29° Festival Estivo di Musica da Camera
 

Venerdì 19 agosto 2011 – ore 21,15 – Sestri Levante – Complesso dell’Annunziata

 

 

 

 

 

 

 

Trio Divertissement

 

Silvia Tuja – traversiere

Elisabetta Soresina – violoncello

Chiara Nicora – fortepiano

 

 

 

F. X .Richter

Sonata prima in re magg.

                  

Allegretto / Laghetto / Presto ma non troppo

                  

 

J. Pleyel

Sonata in re magg.

 

Allegro / Andante / Rondò (Allegro) / Allegro

 

 

 

* * * * *

 

 

L. van Beethoven

Sonata per violoncello e pianoforte op. 5  n. 2

 

Adagio sostenuto ed espressivo / Allegro molto, più tosto Presto / Rondò (Allegro)

 

 

F. J. Haydn

Trio Hob XV 16 in re magg.

 

Allegro / Andantino più tosto Allegretto / Vivace assai

 

 

 

Silvia Tuja ha compiuto gli studi classici diplomandosi contemporaneamente in flauto traverso presso il Conservatorio di Milano; nel 1985 si è laureata con lode in lingue e letterature straniere moderne con una tesi sulla musicologia tedesca. Nel 1988 ha conseguito il Diploma Internazionale in flauto all’Accademia Superiore di Musica di Biella con il massimo dei voti, a conclusione di un triennio di studi con Peter-Lukas Graf. Svolge un’intensa attività sia nell’ambito della ricerca musicologica e della programmazione musicale in campo nazionale e internazionale, sia in ambito esecutivo come solista e in formazioni cameristiche e orchestrali. Cura traduzioni di carattere musicologico per numerosi editori (Ricordi, La Nuova Italia, Sperling & Kupfer, Excelsior 1881…) e dal 1992 traduce regolarmente dal francese, inglese e tedesco per le pubblicazioni del Teatro alla Scala; collabora inoltre con istituzioni quali Società del Quartetto, Ravenna Festival, Accademia Bizantina e Autunno Musicale a Como. Da sempre interessata alle espressioni del flauto traverso nelle diverse culture e nelle diverse epoche, si è dedicata allo studio del flauto barocco e classico con Marco Brolli, perfezionandosi anche con Lisa Beznosiuk e Barthold Kuijken. Con i flauti storici ha inciso con l’ensemble Atalanta fugiens, ha suonato  per il Festival MITO a Milano e Cremona e con il gruppo spagnolo El Ayre Español. Suona un flauto classico a sei chiavi costruito dall’artigiano tedesco Martin Wenner, copia di uno strumento di August Grenser del 1790, conservato in una collezione privata tedesca.

 

Elisabetta Soresina ha studiato violoncello con Luigi Veccia, Rocco Filippini e Mihai Dancila, diplomandosi brillantemente presso il Conservatorio L. Cherubini di Firenze. Sotto la guida di Paolo Beschi, presso il Conservatorio di Como, ha conseguito il diploma di secondo livello di violoncello barocco con il massimo dei voti. Si è laureata in filosofia con il massimo dei voti, presentando una tesi sull’interpretazione musicale. In giovane età ha vinto il 2° Premio al Concorso Nazionale Città di Sesto S. Giovanni e il 1° Premio al Concorso Nazionale Fondazione Gianni Pozzato. Ha partecipato a vari corsi di perfezionamento, in Italia e all’estero, in Violoncello, Musica da camera e Didattica del violoncello. Ha tenuto numerosi concerti in formazioni orchestrali, tra cui l’Orchestra RAI di Milano. Nel corso degli anni ha privilegiato la musica da camera: il trio con pianoforte (Abendlied Trio), il quartetto d'archi (Quartetto Shakti) e varie formazioni classiche e barocche (Trio Benedetto Marcello, Quartetto Devienne) dedicandosi ad un repertorio ampio, che spazia dal seicento a alla musica contemporanea. Suona uno strumento francese del 1755.

 

Chiara Nicora dopo aver studiato presso il Civico Liceo Musicale della Città, si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di Firenze conseguendo il massimo dei voti. In seguito segue corsi di perfezionamento tenuti da S. Perticaroli, A. Lonquich, L. Romanini e M. Mika. Nel 1993 si  diploma in clavicembalo sotto la guida di Laura Alvini presso il Conservatorio "G.Verdi" di Torino e frequenta corsi e seminari di fortepiano, cembalo e musica da camera tenuti da C. Banchini, R. Gini, M. Henry, E. Fadini. Svolge attività concertistica sia come pianista che come cembalista collaborando con vari gruppi e orchestre da camera quali il Trio Benedetto Marcello, l'Orchestra Barocca di Bergamo, Milano Classica, l'Orchestra Guido Cantelli, il Coro e Orchestra "Ars Cantus", Frau Musika, “Il Viaggio Musicale”, I Solisti di Pavia, l’Ensemble concertante d’archi della Scala, con cui ha suonato in varie città italiane ed estere anche in qualità di solista. Ha collaborato con E. Dindo, P. Borgonovo, F. De Angelis, F. Biondi, O. Dantone, C. Chiarappa, M. Fornaciari, M. Mecelli, B. Cavallo e ha suonato in duo con L. Alvini. Ha inciso per le case discografiche Bongiovanni, Map e Frame suonando su strumenti originali. Ha collaborato come accompagnatrice al Conservatorio di Lugano nella classe di violino di C. Chiarappa e collabora come accompagnatrice strumentale presso il conservatorio G. Verdi di Milano. In duo con Alessandra Molinari è risultata vincitrice della borsa di studio indetta dalla Fondazione Cini di Venezia all’interno del Corso di perfezionamento dedicato alla romanza da camera nell’età di Bellini. Si è laureata in discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo (DAMS) presso l'Università di Bologna conseguendo il massimo dei voti e la lode. Si è diplomata in Musicoterapia presso "la Cittadella" di Assisi e svolge un’intensa attività didattica. Ha conseguito il biennio di II livello di pianoforte presso il Conservatorio di Milano. Insegna pianoforte presso il Conservatorio di Sassari e presso il Liceo Musicale di Varese. È codirettrice artistica del progetto triennale Interreg “Interpretando suoni e luoghi” cofinanziato dalla UE e dalle Comunità Montane della Provincia di Varese. Ha recentemente pubblicato il libro: La musica degli angeli. Un itinerario musicale nelle chiese di Varese e nelle cappelle del S. Monte, ed. Benzoni.

 

Strumenti utilizzati:

flauto classico a 6 chiavi di Martin Wenner, copia di un flauto di August Grenser del 1790

violoncello francese del 1755

fortepiano a tavolo Riley del 1798 ca. (di proprietà)

 

“Ai Signori Virtuosi ed Amatori di Musica, e specialmente all'Illustrissimo Signore Giovanni Godardo  di Tauseana, com'anch'all'Illustrissimo Signore Enrico Christoforo di Ranis e all'Illustrissima Signora Antonietta Christina di Ranis”.

È questa la dedica posta da Franz Xaver Richter alle sue 6 Sonate da Camera a cembalo obbligato, flauto traverso o violino e violoncello, che ha dato il titolo e offre la chiave di lettura del concerto del Trio Divertissement.

Il programma è infatti interamente dedicato a quel repertorio che grande sviluppo ebbe alla fine del XVIII secolo, e che vede proprio nelle nuove figure dei virtuosi e degli amatori i suoi destinatari. Si tratta di un repertorio cameristico dedicato per lo più a sovrani, principi e dignitari delle numerose corti europee e destinato agli strumentisti virtuosi che proprio in queste corti, così come nelle  nascenti Società di concerti, si esibivano.

Gli autori in programma – lo stesso Franz Xaver Richter, Ignaz Pleyel, Ludwig van Beethoven e Franz Joseph Haydn – sono significativamente legati fra loro da numerose circostanze biografiche e musicali: è ben noto il rapporto di allievo–insegnante che legò Beethoven a Haydn, ma forse meno note sono le relazioni di questi due grandi con gli altri due autori in programma: Pleyel, che fu assistente e poi successore di Richter nel ruolo di Maestro di Cappella della Cattedrale di Strasburgo, fu l'allievo preferito Haydn, con il quale condivise la presenza a Londra fra il 1791 e il 1792, dove i due furono in un certo senso rivali, in quanto direttori di due diverse società di concerti.

Un'ultima interessante annotazione, non solo di carattere biografico ma significativa per la storia anche “sociale” della musica, riguarda la figura di Pleyel, che nel 1795 aprì a Parigi un negozio di musica e poi una casa editrice di opere contemporanee: fra i principali autori da lui pubblicati, oltre a sé stesso, vanno ricordati proprio i due grandi Haydn e Beethoven.

Il Trio Divertissement ci riporterà nella maniera più fedele possibile all'ambiente musicale di questi anni, proponendo le composizioni di autori  che tutti furono grandi compositori dell'epoca  - anche se non ebbero tutti eguale fortuna nei secoli a seguire – su strumenti  originali. Il fortepiano utilizzato dal Trio è uno strumento da tavolo Riley della fine del '700, il violoncello è uno strumento francese della seconda metà del secolo e, il  flauto traverso  è costruito su modello di uno strumento Grenser del 1790.

 

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